Quando parliamo di protesti ci riferiamo a un atto pubblico che la Camera di Commercio può attribuire a un soggetto (può essere di natura fisica o giuridica), il quale non ha saldato uno o più pagamenti, come ad esempio un assegno, una cambiale e così via. Infatti, la Camera di Commercio effettua un aggiornamento dell'elenco dei protesti ogni mese, che a sua volta viene condiviso presso il Registro Informatico. Quando l’individuo in questione si mette in regola con i vari pagamenti, può chiedere di essere eliminato da quel documento.
Con una Visura Protesti infatti, si ha modo di controllare il proprio status e togliere eventualmente l’etichetta di protestato.
A questo punto, si parla di cancellazione protesti, una procedura piuttosto semplice. Vi basterà infatti recarvi fisicamente presso uno degli sportelli che si occupano del servizio. In alternativa, potete chiederla online, tramite uno dei portali telematici studiati ad hoc per questa tipologia di pratiche burocratiche. Come potete ben immaginare, la procedura via web è senza ombra di dubbio la scelta migliore. Il motivo risiede nel fatto che non dovrete fare lunghe file e riceverete risposte in tempi pressoché brevi, stando tranquillamente da casa propria.
Cancellazione protesti come si fa
Chiedere la cancellazione protesti richiede la consultazione presso uno degli uffici protesti della Camera di commercio. Sarà necessario compilare e sottoscrivere alcuni fogli, per poi allegare la seguente modulistica:
- La cambiale protestata
- La quietanza di pagamento
- Una marca da bollo
- La fotocopia dei documenti personali (carta d’identità, codice fiscale e così via)
Diversa la situazione in cui il soggetto debitore dovesse decidere di saldare il suo debito dopo un anno dalla levata del protesto. In tal caso, risulterà fondamentale chiedere prima la riabilitazione e poi la cancellazione del protesto.
Basterà effettuare una richiesta specifica al presidente del Tribunale (della provincia in cui si è residenti). Ma a questo punto ci si chiede: quali sono le tempistiche di una cancellazione protesti? Di solito, il Dirigente responsabile dell’Ufficio protesti, è tenuto a prendere visione della documentazione entro un mese dalla richiesta. Dopo essersi pronunciato in merito, dovrà disporre la cancellazione del protestato entro e non oltre cinque giorni. A quel punto, il nominativo del soggetto in questione sarà eliminato in maniera definitiva. Se la procedura non dovesse andare a buon fine, allora si potrà fare un ricorso al giudice di pace (chiaramente sempre del proprio comune di residenza)
Cancellazione protesti telematica
I tempi di cancellazione protesti si aggirano sempre su una ventina di giorni. Tuttavia, potrebbero esserci delle variazioni a seconda del caso specifico. Ma come vi abbiamo già accennato in precedenza, per rendere il tutto ancor più semplice, potreste benissimo pensare di optare per la cancellazione protesti telematica.
Anche in tal caso, dopo aver inviato la richiesta, l'ente di riferimento andrà a procedere con l’analisi e la successiva cancellazione del nominativo protestato presente nell'elenco. Nel caso in cui si chiede la cancellazione del protesto per via di un errore, la persona dovrà presentare una documentazione che vada a certificare il disguido.
Ma per avere un’idea più chiara sulla propria situazione, basterà appunto fare una visura protesti online. È davvero super semplice da effettuare, in quanto dovrete soltanto collegarvi sul sito delle visure da voi scelto, indicare la natura dei protesti e successivamente aggiungere alcuni dei vostri dati anagrafici, ovvero: il nome, il cognome, la provincia, il codice fiscale (se si sta parlando di soggetto fisico). In alternativa, sul form andranno inserite le seguenti informazioni: la ragione sociale, la partita Iva, il codice fiscale, la provincia della sede legale (se si parla per l’appunto di un soggetto giuridico). Dopodiché, non vi resta che attendere un loro feedback via email.