Come tieni sotto controllo la tua azienda? Con che strumenti misuri il suo stato di salute? Ogni quanto la controlli? Con che dati?
Per un imprenditore, oggi come non mai, rispondere a queste domande diventa essenziale se vuole governare la propria azienda e rimanere sul mercato.
Questo tipo di attività rientra in quello che è definito come controllo di gestione aziendale
Le piccole imprese negli ultimi anni in seguito al processo della globalizzazione, alla forte concorrenza, all’avvento di nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Internet), all’esigenza di innovazione tecnologica, al progressivo mutamento delle esigenze dei consumatori e dei clienti, sono state sottoposte ad una riduzione dei margini economici, ad una tensione finanziaria per difficoltà di incassi da parte dei clienti, a delle difficoltà ad adempiere puntualmente alle obbligazioni ed a scarsi finanziamenti del sistema bancario.
Tra l’altro l’imprenditore si trova anche a dover affrontare un ambiente socio politico in continua evoluzione a seguito di turbolenze ambientali dovute da fatti estranei al funzionamento dell’azienda (embargo, conflitti internazionali…), che di fatto influenzano anche le singole scelte dell’azienza; scelte politiche miopi che generano ostacoli per la crescente burocrazia, un aggravamento dei costi per l’elevata imposizione fiscale.
Attenzione: La crisi non è stata la causa della chiusura di tante imprese ma ha soltanto amplificato e accelerato la manifestazione di inefficienze interne all’azienda che in tempi di boom economico non erano percepite dall’imprenditore!
Quindi è importante saper «leggere» i dati economico-patrimoniali contenuti nei bilanci della propria azienda attraverso l’analisi di indicatori appositi che, interpretati e confrontati nel tempo, riescono ad anticipare eventuali criticità e problematiche cui è sottoposta.
L’analisi di tali dati numerici sarà poi necessario integrarla con considerazioni e scelte di carattere strategico e competitivo.
In sintesi dall’analisi del bilancio aziendale possono essere indagate tre aree fondamentali e strettamente correlate fra loro.
1– Analisi e andamento del fatturato ed ordini dei clienti
Un primo livello di analisi molto importante nelle piccole e medie imprese è effettuare dei report sui volumi commerciali analizzando la composizione del parco clienti, degli ordini da clienti, dei canali commerciali, per regione, per prodotto ecc…
Tali report permettono di misurare la forza commerciale dell’azienda che è legata al trend del fatturato se è in aumento oppure è in contrazione, alla conoscenza del punto di pareggio del proprio fatturato, alla conoscenza della concorrenza e del mercato potenziale.
Nel caso ci sia una contrazione dei fatturati è già di per se un segnale che qualcosa non sta funzionando all’interno dell’azienda a livello strategico e commerciale.
Come si può intervenire?
Alcuni degli interventi che possono essere attuati sono in sintesi:
- Revisione dei canali di vendita,
- Revisione del portafoglio prodotti
- Diversificazione del mercato e dei clienti
- Riduzione dei costi senza però generare disservizi che aumenterebbero il rischio di ulteriore calo del fatturato
2 – Analisi sul Conto Economico
Oltre ad analizzare l’andamento del fatturato, è importante capire il livello di redditività dell’azienda. Riveste perciò un ruolo fondamentale la quantificazione della differenza fra tra il fatturato e i costi della produzione (costi specifici e generali) che in sintesi determina la:
– capacità di svolgere in modo efficiente la propria attività tipica
– quanti flussi finanziari può generare l’azienda.
La redditività dell’azienda è diretta conseguenza del livello di produttività ed i fattori che influenzano la produttività sono:
- I tempi di produzione
- I criteri di definizione dei prezzi ed analisi dei costi.
- L’organizzazione
- Gli strumenti di misurazione e di controllo utilizzati quali per centri di costo, (raccolta dei costi distinti per reparti aziendali, prodotti, ecc.), per commesse, (raccolta dei costi e dei ricavi distinti per progetto) ecc.. .
Se non si tiene sotto controlla la produttività, la conseguenza è il calo del fatturato, l’innalzamento dei costi unitari sui prodotti o servizi, i prezzi di vendita cominciano a non essere più remunerativi, si tende a ridurre i costi ritenuti eccessivi, anche in ambiti strategici, come nelle innovazioni tecnologiche, si smette di investire nell’aspetto commerciale e nell’analisi dei concorrenti, si riducono le visite ai clienti, si procede al ricorso alla CIG e ci si avvia ad un processo di declino.
3 – Analisi sulla liquidità dell’azienda (gestione finanziaria)
Oggi le scelte finanziarie messe in atto dall’imprenditore sono legate alla corretta gestione degli aspetti legati ai crediti, ai debiti, al magazzino, e ad una oculata e misurata politica degli investimenti e dei relativi finanziamenti.
L’entità dei debiti deve essere correlata con il patrimonio e con il reddito generato dall’azienda che genera i cosidetti flussi di cassa che permettono di rientrare dagli stessi debiti.
E’ pertanto essenziale misurare e gestire i flussi di cassa dell’azienda e cioè, in concreto le entrate e le uscite monetarie, gli incassi e i pagamenti perché può capitare che un azienda che genera utile abbia comunque problemi di tensioni finanziarie.
Quali sono i sintomi di squilibrio finanziario?
- Crediti incagliati
- Prodotti a magazzino invenduti
- Ampia forbice temporale tra incassi e pagamenti
- Investimenti sovradimensionati o sbagliati
- Castelletti totalmente utilizzati
- Spostamento delle scadenze dei fornitori o delle rate di finanziamenti
- Indebitamento con l’erario da considerare una fonte di finanziamento seppur più paziente rispetto alle banche
- Vendita di beni non strategici
E’ davvero importante per ciascuna impresa eseguire uno screening per valutare il proprio stato di salute e verificare se ci si trovi in buone condizioni, in uno stato di pre-crisi, in uno stato di crisi, o di dissesto.Tu come e con che cadenza controlli la tua azienda? A che livello di analisi sei? Non aspettare ma agisci subito!