Con la pandemia che sembra finalmente abbassare la guardia (almeno mediaticamente) e il PNRR come inizio di un new-deal, non sono poche le persone che stanno pensando di aprire o lanciare un nuovo business in proprio. E quando si pensa ad un nuovo business le parole che spesso si trovano nella stessa frase sono: startup e finanziamenti.
Come può una startup ottenere un finanziamento?
Ne parliamo oggi con il nostro esperto di startup, Mattia Esposito, CEO di Up2lab Strategy & Consulting, società di consulenza internazionale attiva dal 2016.
Quali sono le prime cose che generalmente vi chiede un cliente che ha un’idea di startup?
“Il processo di avvicinamento all’imprenditorialità molto spesso è comune in molte persone. Il primo aspetto sul quale il cliente si focalizza è la sua idea e subito dopo la prima preoccupazione è quella di capire come trovare finanziatori e capitali. C’è a mio avviso ancora troppa avversione all’idea di investire in prima istanza con il proprio capitale o con azioni di bootstraping. Per questo motivo la domanda più comune, una volta descritta l’idea, è capire come accedere ed individuare finanziamenti.”
Come si può applicare ai vari finanziamenti?
“Per prima cosa è necessaria un’attività di audit volta a capire il business che vuole realizzare il cliente e le caratteristiche dello stesso proponente. Per caratteristiche intendo territorio, età, percorso di studi e genere. Terminata questa fase istruttoria è necessario capire la logica per ottenere un finanziamento. Va studiato il bando, ma soprattutto va descritto al meglio il nostro business. L’idea, il funzionamento e le previsioni finanziare. In poche parole possiamo riassumere il tutto con due parole: Business Plan.
Una startup senza un business plan può ottenere finanziamenti?
“Andrebbe per prima cosa fatto un grande distinguo fra le varie tipologie di finanziamenti: bandi pubblici, investitori privati, competition.
La risposta è no. Il motivo a mio avviso è semplice. Come posso ottenere una “fiducia imprenditoriale” senza descrivere al meglio la mia attività? Ovviamente, nel caso delle startup, è sempre consigliabile intraprendere una fase di validazione dell’idea (e del problema che si vuole risolvere) prima ancora della stesura di un documento impegnativo come il business plan. Già al termine del processo di validazione si possono intercettare investitori privati, ma senza un business plan sarebbe difficile anche solo capire “quanto chiedere” agli stessi. Per cui le fasi a mio avviso dovrebbe essere due: validare il problema e realizzare un business plan. Ultima falsa credenza da sfatare è quella che il business plan serva solo per accedere al credito. Il business plan è la “bussola” di ogni imprenditore, azienda e startup. Senza si rischia di sbagliare tanto e di perdere tempo, denaro ed opportunità”.